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Esperienza

ONIFAI, in sardo Oniài, appartenne al Giudicato di Gallura e fece parte della Curatoria e della Diocesi di Galtellì. Diversi storici, parlando delle “ville” che componevano la Curatoria di Galtellì, indicano Onifai con nomi diversi. Come detto in precedenza, Onifai appartenne al giudicato di Gallura e fece parte della Curatoria e della Diocesi di Galtellì. Col passaggio della Sardegna agli Aragonesi, cioè dopo la fine del Giudicato di Arborea (1409) venne incorporato nella Baronia di Orosei.

La storia

Storia

ONIFAI, in sardo Oniài, appartenne al Giudicato di Gallura e fece parte della Curatoria e della Diocesi di Galtellì. Diversi storici, parlando delle “ville” che componevano la Curatoria di Galtellì, indicano Onifai con nomi diversi. Come detto in precedenza, Onifai appartenne al giudicato di Gallura e fece parte della Curatoria e della Diocesi di Galtellì. Col passaggio della Sardegna agli Aragonesi, cioè dopo la fine del Giudicato di Arborea (1409) venne incorporato nella Baronia di Orosei. 

Negli anni 1317-18 Onifai aveva 23 famiglie con un totale di circa 115 abitanti che erano obbligati a versare al fisco pisano dodici lire in denaro, trenta quarre di grano e quarantacinque di orzo. (Liber Fondachi pag. 286).

Tali dati dimostrano che la villa di Onifai era tra i centri di maggiore importanza della Gallura inferiore (O.P.Alberti, “La Diocesi di Galtellì dall’Unione a Cagliari (1495) alla fine del Sec. XVI” vol. I pag.62).

Nel 1336 Giovanni di Arborea, fratello di Mariano, chiese di acquistare il villaggio di Onifai (con Galtellì, Bibisse e Loculi che erano stati messi all’asta dal Re). Ottenne però soltanto il castello di Orosei.

Nel 1338, sempre Giovanni di Arborea, tornato in Sardegna dalla Catalogna col titolo di Signore del Monteacuto e di Bosa, aveva accresciuto la sua potenza acquistando il 27 settembre dello stesso anno, dall’oristanese Leonardo Dessì, al prezzo di 48.000 ducati, le ville galluresi di ONNIFAI, Bibisse,Galtellì e Lula nell’ex curatoria di Orosei.

Nel 1339 Onifai era in possesso di Guido De Coic (F.Vico, Historia general de la isla y reyno de Sardina-Barcellona 1639).

Nel 1343 Onifai fu ceduto a Barcel Orto.

Nel 1355 Onifai era sottomesso al dominio di Bartolomeo Cachon (secondo F. Vico – Historia general de la isla y reyno de Sardina-Barcellona 1639, Bartolomeo Catoni di Sassari, nella Rationes Decimarum Sardiniae (a cura di P.Sella) Bartolo Cacon) , il quale intorno al 1355 avrebbe ricevuto la Città di Galtellì col titolo di Barone, per aver prestato al re 300 fiorini d’oro. Questo Feudatario era obbligato a mettere al servizio del re due cavalli armati per tre mesi all’anno, ma da questo impegno era esonerato fin quando non gli fossero restituiti i 300 fiorini d’oro che aveva prestato alla Corona d’Aragona. Alcune terre da seminare e vigne, che si trovavano in territorio di Unifay, appartenevano, negli stessi anni, a Folco de Mutato per donazione reale.

Alla sua morte, siccome il Chacon (o Catoni, o Cacon ) non aveva eredi, i suoi beni, compreso Onifai ritornò sotto il diretto controllo della Corona di Aragona che li concedette con il titolo di Visconte a Benvenuto Grafeo.

Passarono poi alla Corona di Arborea.

Il castello di Galtellì dovette comunque cadere in mano alle forze arborensi, poiché nell’atto di pace del 24 gennaio del 1388, Eleonora, reggente del giudicato di Aborea, promise la restituzione del castello di Galtellì con i territori annessi, al re aragonese Giovanni I (O.P.Alberti, La Diocesi di Galtellì….., vol.I, parte I, pag.28).

Gli Arborensi tennero il castello di Galtellì fino al 1409, anno della battaglia di Sanluri.

Dopo la fine del Giudicato di Arborea (1409) passò agli Aragonesi e fu incorporato nella Baronia di Orosei.

Nel 1416, il castello di Galtellì era nuovamente in mano agli Aragonesi; infatti ne era castellano, per concessione regia, Ferrando Del Castillo, che aveva in feudo anche Galtellì ed altri centri del circondario. Del Castillo fu, insieme al suo castello, dal 6 agosto del 1416 fino al 15 gennaio del 1419, al centro di alcune interessanti vicende, quali: l’assedio da parte di truppe sarde ribelli; il tentativo di vendere, probabilmente solo per evitare la capitolazione, il castello di Galtellì al visconte di Narbona,Guglielmo III; il tradimento sia degli ufficiali regi che degli emissari del visconte di Barbona, il tutto a scopo di estorsione.

Nel 1419 Onifai fu infeudato da Alfonso il Magnanimo a Galceran di Santapau,che lo tenne fino al 1432.

Morto quest’ultimo, lo stesso Alfonso V, nel 1432, con Diploma Reale, concesse il feudo galtellinese (composto dalla villa di Onifai, Orosei, Torpè di Galtellì, Irgoli, Dorgali e Lula) al suo capocaccia Ernando de Almacan, che, morendo a sua volta senza eredi nel 1438, permise al re Alfonso V di infeudare, nel 1449, le stesse terre al suo maggiordomo Enrico De Guevara, conte di Ariani; questi a sua volta, nello stesso anno, cedette il feudo per 6.700 ducati a Salvatore Guiso, originario di quella contrada, che ne fu investito solamente il 2 agosto 1459 dal re Giovanni II a Logubrien.

Si formò allora la “Baronia di Galtellì y encontrada de Orosey”.

Infatti, il Vico (Storia Generale dell’Isola e del Regno di Sardegna, Barcellona, 1639) così racconta: “Nell’anno 1419 il Re don Alfonso V il Magnanimo “…dio la investidura a Galera de Santapau en el Monasterio de San Cucufato en Valencia a Veinte de Junio De los feudos del Castello, y lugar de Gallura, que se entiende, fusesse el dicho castello de Galtellì, y prestò pleito homenage, y despues recayero otra vez en la Corona en el ano 1432 y el mesmo Rey don Alonso hizo merced a Hernando de Almacan su modero mayor a los 6 de otubre en Caragoca de Sicilia, a donde ed aquella fazon se hallava, deste estrado, y suys lugares, que son Galtellì, Orosey, Locula, Torpè, Uniboy, Irgoli, Luula, Durgali, y gozò de ellos hasta en ano del 1438 que por aver muerto sin legittimo sucessor recayerò otra vez en la Corona Real, y el Rey hizo merce de ellos en los 3 de abril 1449 a Enrique de Guevara Conde de Ariani su mayordomo, el qual concertò di venderlos a Salvador Guiso…”

Quindi il primo dei Baroni (fino ad allora il feudo era appartenuto ai signori spagnoli che godevano della benevolenza del sovrano), fu, nel 1448, Salvatore Guiso che si può presumere discendesse da una famiglia di mercanti di Orosei.

La famiglia Guiso lo possedette per circa 400 anni.

Appena ricevuta l’investitura formale, nel 1459, Salvatore Guiso stabilì la sua residenza nel castello di Pontes e là i baroni Guiso risedettero fino ai primi del 1500 quando si trasferirono a Galtellì e piu’ tardi ad Orosei. Il barone viveva dei tributi che imponeva ai sudditi e soprattutto dei frutti della terra e del bestiame che erano sua proprietà privata.

L’attività di Salvatore Guiso si conclude con la sua morte che risalirebbe (secondo F.Vico al 25.2.1488 e secondo altre fonti intorno al 1500 e coinciderebbe approssimativamente con la soppressione dell’antica Diocesi di Galtellì, decretata da Alessandro IV nel 1495 e resa esecutiva alla morte dell’ultimo vescovo Giovanni).

Alla morte di Salvatore Guiso il possesso della Baronia passò ai suoi discendenti per primo al figlio Antonio che la lasciò al fratello Giovanni e infine al terzo fratello Pietro, al quale succedette il figlio Pietro e quindi il figlio di quest’ultimo, Antonio.

Quanto nel 1547, don Antonio Guiso morì senza lasciare eredi maschi, benché ostacolata dal Fisco, ricevette l’investitura del feudo donna Violante Guiso, terzogenita nata dalle seconde nozze di Don Antonio Guiso con Maddalena Manunta.

Alla morte di donna Violante, che aveva sposato Salvatore Guiso, nipote di Matteo Guiso, le succedette il terzogenito Antonio e alla morte di questo, la sorella maggiore Giovannangela la quale, nel 1594, sposò Don Gabriele Manca, barone di Ussana.

Donna Giovannangela morì poco dopo aver dato alla luce un figlio chiamato Giovanni Fabrizio in favore del quale, essendo minorenne, chiese l’investitura il padre Don Gabriele Manca.

Dopo alterne vicende durante le quali la Baronia fu contesa dal Fisco, da donna Francesca, dai figli di questa e da don Gabriele Manca per il figlio, la “Reale Udienza” riconobbe i diritti di quest’ultimo che fu investito del feudo di Galtellì.

Alla morte di Don Raffaele Manca (ultimo di questa famiglia) , avvenuta il 15 marzo 1788, il feudo fu considerato devoluto dal Real Fisco, ma la sorella Maria Maddalena, sposata Amat, si oppose alla devoluzione.

Insorse allora lite tra il fisco e Donna Maddalena Manca, marchesa di San Filippo, sorella del defunto, la quale lite fu terminata con una transazione segnalata a Torino in cui si convenne tra il fisco e la prefata marchesa il rilascio della Baronia e degli altri beni feudali, occupati dal Guiso, eccettuata la parte del Barigadu, mediante però il pagamento della capital somma di lire di Piemonte 240,000 da corrispondersi alla Real Cassa nello spazio di anni 15, pagandone frattanto gli interessi al 4% sino all’estinzione dell’intera somma.

Questa transazione fu approvata con Diploma del Re Vittorio Amedeo del 21 settembre del 1790:ma poi non avendo potuto la prefata donna Maddalena satisfare alla Reale Azienda, il figlio domandò fossero sequestrati tutti i redditi feudali ad essa appartenenti. In seguito a questa istanza la marchesa supplicava il re perché si degnasse deputare una delegazione economica per venire ad un amichevole adeguamento, dicendosi per satisfare alla Reale Udienza, disposta a retrocedere alla medesima qualche pare dei suoi feudi. Il Re delegava il Presidente Cabras, il giudice Lostia, il conte Fancello,il marchese di Villamarina e il marchese di S.Tommaso, incaricandoli di combinare con la prefata marchesa e il suo figlio primogenito un amichevole adeguamento. Si convenne di retrocedere alla Reale Azienda la Baronia di Orosei e il salto detto Plan de Murtas e pel valore di questa retrocessione la Reale Azienda si intendeva satisfata. Questa transazione viene approvata con diploma spedito in Cagliari il 6 ottobre 1808 ed in forza di questa restò la Baronia di Orosei definitivamente alla Reale Azienda.

I Manca Guiso, Marchesi di Albis, possedettero quindi la Baronia di Galtellì ed Orosei fino al 1808, quando per questioni di successione, Donna Maddalena Manca Guiso Masone, marchesa di Albis, la cedette al Regio Demanio.

Il paese di Onifai, proprietà del Demanio, fu riscattato soltanto nel 1839.

Dal 1927 al 1946 Onifai, con Galtellì, Loculi e Irgoli, fece parte del Comune di Irgoli di Galtellì.

Dal 1946 Onifai ridivenne Comune autonomo.

Il costume di Onifai

Costume

Le informazioni oggi reperibili dei costumi di Onifai non prendono, purtroppo, in considerazione il costume giornaliero e quello da lavoro, ma solo quello festivo che appariva pittoresco, ricco di colori e di gioielli. Quello che colpisce maggiormente è la ricchezza e la fastosità di questi abbigliamenti, che danno un quadro quasi idilliaco e pregno di antiche memorie. Per far luce sull'origine dei costumi di Onifai si è rilevata utilissima la tradizione orale che però presenta dei problemi legati alla rigorosità scientifica. È quindi impossibile tracciare con verità storica l’origine, fare la comparazione stilistica o individuare con esattezza le influenze che hanno esercitato sul costume gli invasori che conquistarono o sottomisero l'isola.

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Fenici e Cartaginesi hanno lasciato tracce del loro modo di vestire, il quale è stato trasformato dalle invasioni greche e romane, gli elementi decorativi del Tardo Medioevo sono stati a loro volta, soppiantati da quelli introdotti dai Genovesi, Pisani e Spagnoli. A tutta questa gamma del passato si aggiungono oggi quelle capricciose decorazioni moderne, applicate ai costumi confezionati in tempi più recenti che finiscono col darne un’idea falsata, non rispettando l'abbigliamento antico e facendo presentire la decadenza dello stesso.

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Come arrivare e trasporti

Con il traghetto:

Numerose linee marittime in partenza dai porti di: Genova, Livorno, Piombino, Civitavecchia, Napoli, Palermo, collegano la Sardegna alla Penisola.

I collegamenti sono assicurati in ogni periodo dell'anno. Le destinazioni in Sardegna sono i porti di Cagliari, Porto Torres, Olbia, Golfo Aranci (Olbia), Arbatax. Nei mesi estivi viene aumentato il numero delle corse.

 

Collegamenti marittimi:

Con l'aereo:

La Sardegna è raggiungibile da quasi tutti gli aeroporti europei. Le destinazioni in Sardegna sono: Cagliari (Elmas), Olbia, Alghero (Fertilia), Tortoli (Arbatax). Le compagnie aeree internazionali e nazionali offrono voli di linea e voli charter durante il periodo estivo.

Collegamenti Aerei:

Dalla sardegna:

Onifai è facilmente raggiungibile, qualunque sia il punto di partenza.

Da Sud dell'Isola si deve percorrere la S.S. 131 fino ad Abbasanta, svoltare in direzione Nuoro per la SS 131 D.C.N. in direzione Siniscola e dopo 71km girare a destra (bivio Orosei-Onifai), e percorrere per 15 km la SP 25.

Da Sassari/P.Torres si deve percorrere la S.S. 131 fino al bivio per Macomer, svoltare in direzione Nuoro; dopo 45 km immettersi nella SS 131 D.C.N. in direzione Siniscola; dopo 20 km girare a destra (bivio Orosei-Onifai), e percorrere per 15 km la SP 25.

Da Olbia si deve percorrere la S.S.131 D.C.N. per 75 km; girare a destra (bivio Orosei-Onifai), e percorrere per 15 km la SP 25.

A.R.S.T. Sardegna

Trasporti
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